Sì dell’Aula della Camera al primo degli otto articoli del ddl costituzionale, che contiene le norme in base al quale viene abbandonato il bicameralismo perfetto. I voti a favore sono stati 293, 134 i contrari, due gli astenuti.
Il M5S ha votato contro.
Il nuovo articolo 55 della Costituzione prevede che il Parlamento continui ad articolarsi in Camera dei deputati e Senato della Repubblica, conferendo però alle due camere composizione e funzioni profondamente diverse.
Alla Camera, che rappresenta la Nazione, spetta la titolarità del rapporto di fiducia e la funzione di indirizzo politico, nonché il controllo dell’operato del Governo.
Al Senato, funzione legislativa (in pochi casi come le leggi di revisione Costituzionale o referendum popolari) e possibilità di richiedere modifiche sulle norme approvate dalla Camera ove richiesto da 1/3 dei componenti (2/3 per alcune leggi come quelle disciplinate dall’art 81 della Costituzione).
di fatto
Il Senato “rappresenta le istituzioni territoriali. Concorre, nei casi e secondo modalità stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa ed esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e tra questi ultimi e l’Unione europea. Partecipa alle decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Unione europea. Concorre alla valutazione delle politiche pubbliche e dell’attività delle pubbliche amministrazioni, alla verifica dell’attuazione delle leggi dello Stato nonchè all’espressione dei pareri sulle nomine di competenza del Governo nei casi previsti dalla legge”.
In base al nuovo articolo 55 della Costituzione viene previsto che le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere promuovano l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza”.
Quello che critichiamo di questo Senato è innanzitutto la nomina dei componenti scelti tra i componenti dei consigli Regionali, comunali e Sindaci, che non avviene con suffragio universale.
Ci chiediamo come può svolgere con efficienza un lavoro così importante, chi ha già un compito importante come quelli citati.
Dopodiché faccio due scenari che potrebbero verificarsi con questo nuovo Senato, e che danneggerebbero se non altro il normale esito del processo democratico e legislativo.
Primo scenario
Alle prossime elezioni, con il combinato disposto di legge elettorale e riforma costituzionale,
potrebbe verificarsi una maggioranza alla Camera di centro destra, ed una al Senato dove vi sono delegati regionali, di centro sinistra. E’ facile immaginare, che con un perimetro non definito di compiti e con la possibilità di richiedere modifiche su un’ampia fetta di provvedimenti, i lavori parlamentari potrebbero, a seguito del veto del senato, subire un notevole rallentamento.
Altro scenario è quello che vede un palese conflitto di interessi, tra delegati regionali, comunali e sindaci per evidenti motivi e ruoli, e tra i senatori (rappresentanti delle istituzioni regionali) ed il Governo stesso nonché la Camera.
Immaginiamo casi in cui il Governo licenzierà misure restrittive di bilancio nei confronti proprio degli enti locali e regionali. Cosa accadrà in quel caso? Ostruzionismo dell’intero Senato?
Per questo e molti altri dubbi, mi chiedo se non fosse stata meglio una camera sull’esempio tedesco, che potesse davvero esprimere gli enti territoriali con vincolo di mandato, e con possibilità di serio veto sull’operato del Governo, oppure abolire del tutto il Senato e rafforzare la conferenza Stato Regioni.
-mm-