Ho presentato un’interrogazione al ministro Angelino Alfano, per chiedere il parere del Governo sull’accorpamento del referendum sulle trivellazioni in mare, con le elezioni amministrative 2016. Il tutto potrebbe comodamente avvenire tra maggio e metà giugno.
Di precedenti impasse sulle urne è piena la storia repubblicana, con i ministri di turno in difficoltà nel bilanciare risparmi economici con il rischio di raggiungimento del quorum.
Per rispolverare il “cambiamento”, sarebbe ora di affidarsi al giudizio popolare, dangogli il giusto valore nei piani decisionali della nazione. Percorso che prevede una corretta informazione, dando gli strumenti agli elettori che consentano di scegliere, come è giusto che facciano quando si parla del mare che li circonda.
Se le scelte politiche del Governo sono opportune, non sarà difficile spiegarlo ai cittadini. E’ ora che questo percorso smetta di essere fanta-democrazia.
La paura del parere della cittadinanza è la vera vergogna, capace per quanto mi riguarda di ferirmi di più dei 300 milioni di euro che si risparmierebbero con l’accorpamento di referendum e Amministrative, e di mortificarmi di più del vedere il Pd dalla parte opposta della barricata rispetto al 2011, quando il centrosinistra diede battaglia al Governo Berlusconi, per unire in una sola data il referendum su acqua, nucleare e conflitto di interessi, con le elezioni amministrative.
Su questa sua battaglia datata 2011, il Governo non può far finta di aver dimenticato e proprio per il dover essere super partes sulla questione referendaria, dimostri coerenza con la giusta logica delle sue passate istanze.