Sigarette elettroniche. Maxi imposta al 58,5% introdotta dal decreto Lavoro, che doveva tutelare il lavoro.. ma così non sembra che faccia..
Dopo aver constatato che, una volta messo ai voti, l’ordine del giorno presentato da me e dal collega Aris Prodani, avrebbe potuto ottenere la maggioranza, ho fatto, assieme ad altri parlamentari, interventi in aula a sostegno dell’occupazione giovanile in un settore in crescita.
Nell’ambito della votazione del Dl Lavoro, l’ordine del giorno è stato accolto dal governo Letta che tutela le aziende che da poco hanno iniziato a commercializzare le sigarette elettroniche. «Con questo provvedimento, abbiamo chiesto all’esecutivo di assumere subito tutte le iniziative possibili per tutelare gli investimenti fatti dalle imprese di questo settore, anche per preservare i posti di lavoro – spiega Prodani, segretario della X Commissione Attività produttive, commercio, turismo -. Si tratta di un settore in forte crescita che nel 2012, tra negozi e produzione, ha creato 4 mila posti di lavoro con un’età media degli addetti di 30 anni e un fatturato, sempre lo scorso anno, pari a 350 milioni di euro. Saranno ben 4 mila i punti vendita, infatti, entro la fine del 2013 – aggiunge il deputato M5S – che, si stima, creeranno un volume di affari di circa 500 milioni di euro».
«Bene, nonostante questi dati positivi, il governo Letta ha sottoposto queste nuove imprese sia a una ulteriore tassazione che tocca il 58,5 % sia allo stesso iter autorizzativo da parte dei Monopoli di Stato richiesto alle rivendite di tabacchi tradizionali. Inutile lamentarsi, come fanno il premier e i suoi ministri, della strage di aziende che, ogni giorno, a centinaia sono costrette a chiudere se poi vengono approvati provvedimenti di questo tipo – attacca Prodani -. Le principali coperture del Dl Lavoro (ben 846 milioni di euro per il 2013) sono garantite, di fatto, proprio dalla tassazione sulle aziende che commercializzano le sigarette elettroniche e dall’incremento degli acconti Ires e Irpef».
«Tutto questo inciderà profondamente sui livelli occupazionali di queste piccole imprese che avevano aperto l’attività non sapendo certo che solo pochi mesi dopo sarebbero state introdotte nuove misure normative e fiscali così impattanti. Con la nostra iniziativa pensiamo di correggere, almeno in parte, i danni causati da questa maggioranza che continua a fare solo guai».