Ancora un decreto-legge blindato da convertire in legge. In Commissione nessun emendamento condiviso da tutte le forze di minoranza è stato accettato. Non sono state ammesse modifiche. Ma quale è l’urgenza della rivalutazione delle quote della Banca d’Italia? Noi credevamo di batterci per abolire l’IMU invece ci ritroviamo a fare un favore alle banche private, che dovrebbero essere vigilate da Banca di Italia di cui sono socie, perché proprietarie di quote del capitale sociale!
Si vuol passare dalla valutazione odierna di 156.000 euro ad una rivalutazione che vale 7 miliardi e mezzo, facendo leva sulla conseguente imposta dovuta, ridotta nella misura del 12 per cento, come incentivo alla bontà dell’operazione e alle necessità impellenti del Governo di batter cassa su una valutazione ferma da 78 anni. Con questa operazione il patrimonio di Banca d’Italia perderà quasi un terzo del valore passando da 140 miliardi a circa 100 e nessuno sembra accorgersene.
Questo provvedimento prevede che le quote diano diritto a dei dividendi, sul capitale sociale di 7 miliardi e mezzo, fino al 6 per cento annuo.
Un bell’affare in tempi di crisi di rendimento dove, per avere certe cifre, bisogna esporsi a rischi ben maggiori. Sarebbe bello a questo punto farle comprare ad enti pubblici. Il Governo dice no.
Il Movimento 5 Stelle dice assolutamente «no» allo sconto sull’imposta sostitutiva se le banche non prestano quel denaro alla base dell’economia reale.
Le quote della Banca d’Italia devono tornare pubbliche e di proprietà dei cittadini. L’esercizio della funzione di gestione monetaria e i suoi proventi devono essere dello Stato.
I piccoli commercianti ed imprenditori, colonna portante del nostro sistema economico, sono esclusi dai nuovi programmi e regolamenti per l’accesso al mercato dei capitali finanziari, sia europei che del Governo, e non possiamo permetterci di lasciarli indietro puntando solo sulle imprese medio-grandi, seguendo un modello imposto dal mercato. Pensare di far crescere il PIL con la speculazione finanziaria non aiuterà la micro e piccola imprenditoria né la diminuzione della disoccupazione .
Il Movimento 5 Stelle è per un’economia sostenibile, più lenta e meno rischiosa, per una Banca d’Italia il cui patrimonio serva da garanzia al sistema.
Il resto dell’emiciclo a cosa punta???