Lo scopo degli emendamenti che abbiamo presentato alla Legge di stabilità è in larga misura quello di ampliare l’insieme di lavoratori autonomi cui assegnare il regime dei minimi. Obiettivo applicare criteri che garantiscano fiscalità agevolata a soggetti quali ricercatori universitari, personale che da dipendente è diventato lavoratore autonomo pur continuando la medesima professione e specialisti in attività professionali scientifiche.
Altro cardine degli emendamenti è un maggior sgravio fiscale in determinate casistiche. La prima è in caso di sforamento del regime minimi, che per quote inferiori ai 10mila euro si chiede al governo di applicare la piena tassazione (27%) solo sull’eccedenza e non sul totale ricavi. Si chiede inoltre di alzare dal 50 al 90% la deducibilità delle spese per la formazione. Con l’obiettivo di affiancare le nuove aziende e le piccole imprese in difficoltà, si è chiesto al Governo di estendere la No tax area per i lavoratori autonomi da 4mila e 800 a 8mila euro.
La trasparenza è il terzo caposaldo del pacchetto emendamenti presentato. Le più importanti richieste vertono su tracciabilità e Agenzia per l’Italia digitale. Nel primo caso si chiedono agevolazioni per chi lavora con transazioni completamente tracciabili. Nel secondo, date certe. Per quanto riguarda l’Agid, i propositi sono interessanti, ma nel comma 282, dove si parla di approvazione dei piani di riduzione proposti dalle amministrazioni pubbliche, si pretende espressamente di inserire la data dal 31 marzo 2016.