Valsamoggia è un nuovo comune di trentamila abitanti, nato dalla fusione di cinque piccoli comuni e quindi con popolazione sparsa su un vasto territorio, il secondo per estensione dopo Imola in Emilia-Romagna.
A Valsamoggia l’ospedale è assai decentrato rispetto al territorio, è quindi importante che vi sia una buona rete di medicina del territorio per supportare una popolazione sempre più anziana e con esigenze mediche sempre maggiori.
AMBULANZE CON MEDICO A BORDO
Uno degli ambiti su cui intervenire è l’ambulanza con medico a bordo, per poter valutare al suo domicilio le necessità del paziente, per capire immediatamente dove trasportarlo senza perdite di tempo nelle urgenze, anche per allertare gli specialisti del tipo di emergenza in arrivo. Solo un medico, ad esempio, può fare diagnosi di infarto miocardico per poter inviare l’ammalato in emodinamica o di ictus per inviare l’ammalato al reparto stroke del Maggiore anziché a Bazzano, dove si perderebbe solo tempo prezioso, non essendovi la possibilità di eseguire nel più breve tempo possibile quegli interventi che sono oggi il gold standard nel trattamento di queste malattie.
UN ORGANICO CON SPECIALISTI
L’ospedale di Bazzano è stato assai depotenziato negli ultimi anni.
Il laboratorio di analisi è stato smantellato e ora tutti i prelievi eseguiti vengono inviati al laboratorio dell’ospedale Maggiore. Ha un pronto soccorso, un reparto di degenza di medicina e uno per la piccola chirurgia oltre ai day hospital e ambulatori polispecialistici e una piccola fisioterapia ambulatoriale: certamente non basterà a soddisfare le tante esigenze della popolazione.
Il reparto di medicina potrebbe invece essere rivitalizzato con l’inserimento di figure specialistiche nell’organico. Adesso nell’ospedale di Bazzano sono presenti solo specialisti ambulatoriali, che fanno consulenze ma che non sono sempre presenti; nemmeno i cardiologi.
DAY HOSPITAL ONCOLOGICO
Un Day Hospital oncologico sarebbe molto utile, per non obbligare i nostri malati di tumore a lunghi spostamenti per effettuare i cicli di chemioterapia; non mi sembra impossibile da pensare e finanziare.
La cosa più bella e di impatto per un piccolo ospedale, sarebbe quella di dotarlo di un’eccellenza, farlo divenire il punto di riferimento anche per i comuni limitrofi per una specialità che non ha bisogno di rianimazione: penso alla riabilitazione.
Tutti ci riempiamo la bocca sui progressi della sanità, ma dopo un ictus o una lesione midollare le persone ancora oggi vengono trascurate. Mancano strutture di riabilitazione adeguate, personale adeguato.
Abbiamo vicino a Imola una realtà importante come Montecatone, ma in Valsamoggia c’è il deserto. Non credo sia impossibile per un amministratore attento colmare questa lacuna.
Servono mesi di riabilitazione per fare riprendere a un emiplegico una certa autonomia, ma sono sforzi che saranno ripagati ampiamente alla società, se si riesce a ridare un minimo di autonomia a una persona paralizzata anziché abbandonarla a famiglie impotenti e già disperate.
Serve anche sul nostro territorio una lungodegenza specializzata in recupero di funzionalità perdute con tutte le attrezzature più moderne che la nuova tecnologia ci mette a disposizione.
Perché non a Valsamoggia?
Noi ci siamo. In Azione per l’Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna è più forte di chi la vuole debole.