In questi giorni, alla Camera, nelle commissioni Attività produttive e Bilancio stiamo lavorando alla Conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti.
In particolare, ieri, affrontavamo l’articolo relativo alla definizione delle Pmi innovative definizione di “piccole e medie imprese innovative”, che potranno accedere ad alcune delle semplificazioni, agevolazioni ed incentivi attualmente riservati alle startup innovative dalla legislazione vigente e alcune mie proposte migliorative sono state accolte.
Sostanzialmente ho ottenuto l’estensione alle PMI innovative della possibilità, già prevista per le start-up innovative, di raccogliere fondi attraverso portali internet.
Con la modifica apportata, si consente di formulare offerte al pubblico, esclusivamente attraverso portali, per la raccolta di capitali per la sottoscrizione di strumenti finanziari emessi dalle startup e delle PMI innovative, dagli organismi di investimento collettivo del risparmio o altre società di capitali che investono prevalentemente in start-up innovative e in PMI innovative.
In precedenza, tale modalità di raccolta con offerta al pubblico era riservata alla sola sottoscrizione di strumenti finanziari emessi dalle startup innovative.
Grazie a questa modifica, il portale è ora definito come una piattaforma online che abbia come finalità esclusiva la facilitazione della raccolta di capitale di rischio da parte delle start-up innovative, comprese le start-up a vocazione sociale, delle PMI innovative e degli organismi di investimento collettivo del risparmio o altre società che investono prevalentemente in start up innovative e/o in PMI innovative.
Per quanto riquadra le caratteristiche generali, possono essere qualificate innovative le PMI:
- residenti in Italia o in uno degli Stati Membri dell’Unione Europea o in Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, purché abbia una sede produttiva o una filiale in Italia;
- che abbiano l’ultimo bilancio certificato e l’eventuale bilancio consolidato redatto da un revisore contabile o da una società di revisione iscritti nel registro dei revisori contabili;
- non siano in possesso di azioni quotate; non siano iscritte al registro speciale previsto per le startup innovative e l’incubatore certificato.
Con riguardo all’individuazione del contenuto innovativo dell’impresa, è inoltre necessaria la presenza di almeno due dei seguenti requisiti: volume di spesa in ricerca e sviluppo; personale qualificato; titolarità di privative industriali.
Nello specifico i requisiti richiesti sono:
1) volume di spesa in ricerca e sviluppo in misura uguale o superiore al 3 per cento della maggiore entità fra costo e valore totale della produzione della PMI innovativa, escluse le spese per l’acquisto e la locazione di beni immobili.
Sono da annoverarsi tra le spese in ricerca e sviluppo: le spese relative alla sperimentazione, prototipazione e sviluppo del piano industriale, ai servizi di incubazione forniti da incubatori certificati, i costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, inclusi soci ed amministratori, le spese legali per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso.
Tra le spese in ricerca e sviluppo, grazie a una mia proposta, ho assicurato che fossero annoverati anche gli investimenti per acquisire tecnologie ad alto profilo innovativo nonché le spese per realizzare altre attività innovative o/e investimenti in altre PMI innovative, ottenendo in sostanza che fosse ampliato il concetto di innovazione così come definito dall’OCSE e dalla Commissione Europea nel Manuale di Oslo.
2) impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al quinto della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero, ovvero, in percentuale uguale o superiore a un terzo della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale.
Per le start-up innovative l’impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo di personale altamente qualificato (dottorato di ricerca) deve esser in percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva, o due terzi in caso di possesso della laurea magistrale.
3) titolarità, anche quali depositarie o licenziatarie di almeno una privativa industriale, relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale ovvero titolarità dei diritti relativi a programmi per elaboratore (software), purché’ tale privativa sia direttamente afferente all’oggetto sociale e all’attività di impresa.
Tale requisito relativo al possesso di brevetti, marchi, modelli, oltre che in relazione a invenzioni industriali, biotecnologiche, nuove varietà vegetali, anche a programmi per elaboratore (software) è identico a quello richiesto alle startup innovative.
L’esame del provvedimento non è ancora finito.
Continuate a seguirmi.
Potrebbero esserci altre belle sorprese.