Oggi è stata approvata la mozione a mia prima firma, inerente la trasparenza sulle società a partecipazione pubblica.
Maggiore informazione sulle nomine, contenimento delle retribuzioni e operazione trasparenza sui candidati alle cariche dirigenziali. Questa è la massima sintesi dei tre punti della mozione che mi vede prima firmataria e con cui chiediamo al Governo di intervenire sulle società a partecipazione pubblica.
Il testo è stato approvato dalla maggioranza e in principio evidenzia una necessaria strategia di riordino con l’obiettivo di ridurre il numero delle partecipate attraverso aggregazioni e sfruttamento delle economia di scala. Un’opera intrapresa dal Governo ma ancora timidamente rimasta nel novero delle intenzioni. Ad oggi le partecipate sono infatti oltre 7500.
Vogliamo rafforzare quanto previsto dalla Legge finanziaria del 2008, ed introdotto successivamente anche dal decreto 66 2014, tagliando le partecipate, che devono essere consentite entro i perimetri dei compiti istituzionali dell’ente.
Razionalizzazione numerica e strategica delle partecipate, con particolare attenzione al settore dei servizi pubblici locali a rete come nel caso di acqua, gas, rifiuti ed elettricità, e soprattutto trasparenza di opera e gestione delle stesse.
L’impegno richiesto e recepito dal Governo, vuole favorire la partecipazione dei cittadini nelle procedure di selezione degli organi delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni. Impegno che si deve concretizzare nella pubblicazione degli incarichi a scadenza e dei curricula dei candidati, e in una promozione del confronto tra i progetti di rinnovamento e gestione da loro proposti. Informazione dunque più puntuale sulle carriere degli aspiranti dirigenti e i progetti specifici con cui intendono entrare nella società a gestione pubblica.
Al di là dei criteri e metodi trasparenti di selezione degli organi di gestione delle partecipate, è necessario muoversi per promuovere il bene collettivo, oltre l’interesse della società.
Prevedere misure che rendano concreto l’accesso per merito a tali cariche.
Pensiamo a quanti giovani formati e con esperienza all’estero potrebbero essere impiegati. Usciamo dalle logiche familistiche e di capitalismo relazionale, ed apriamo a forze nuove e a politiche innovative tali società correlate strettamente con gli enti pubblici. Sciogliamo quel processo di glaciazione che sta bloccando il nostro Paese, partendo da queste parole chiave, merito e trasparenza.
UN PO’ DI NUMERI: Dai dati della Corte dei Conti, in Italia ci sono circa 7mila e 500 società partecipate: 50 statali, 5258 da enti locali e 2214 da enti di altra natura tra consorzi, fondazioni… Un terzo delle società partecipate da enti locali è in perdita. A regime, una razionalizzazione di questa elefantiaca deriva gestionale porterebbe risparmio nell’ordine di tre miliardi l’anno.
A vario titolo, queste sono le spese minitestiali verso le partecipate negli ultimi anni: 30,55 miliardi di euro nel 2011; 26,11 nel 2012; 25,93 nel 2013. Cifre che potrebbero rappresentare un bacino di risorse da cui attingere per investimenti diversi e certamente più trasparenti.
Continuate a seguirmi per gli aggiornamenti,
MM.
Ecco il mio intervento in dichiarazione voto