Pochi uomini, insufficienti o datati mezzi, tutele praticamente assenti. Queste sono solo alcune delle problematiche che deve affrontare quotidianamente il Corpo nazionale dei vigili, che rappresenta una delle realtà più importanti per la sicurezza dei cittadini e del nostro Paese.
Una componente fondamentale è rappresentata dai vigili del fuoco cosiddetti “discontinui”, chiamati spesso a colmare le carenze di organico.
Lo stato dovrebbe garantire la dignità di quanti servono con amore e passione le Istituzioni. Di fatto però, ha creato soltanto due categorie ad hoc di precari: quella dei vigili del fuoco discontinui e quella dei vigili del fuoco volontari.
Grazie anche alle mie costanti pressioni di questi anni, lo scorso gennaio il Governo si è impegnato, attraverso la risoluzione n.8-00217 ad adottare opportune iniziative per istituire due diversi albi, uno per il personale richiamato in servizio per le esigenze dei comandi provinciali, e l’altro per il personale volontario, nonché ad assumere iniziative per superare la previsione secondo la quale i richiamati in servizio del Corpo nazionale dei vigili del fuoco non debbano avere rapporti di impiego con l’amministrazione.
Come spesso accade è stato però opportuno pungolare ulteriormente il Governo. Per questo motivo ho presentato una nuova interrogazione per sollecitare urgenti iniziative per salvaguardare il ruolo dei vigili del fuoco cosiddetti discontinui.
Ecco la risposta del sottosegretario:
Signor Presidente, Onorevoli Deputati, il personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, pari ad oltre 119.000 unità, viene impiegato in situazioni di particolari e improcrastinabili necessità operative e in relazione alla carenza degli organici del personale permanente.
In merito alla richiesta formulata nell’atto di sindacato ispettivo, va innanzitutto evidenziato che le procedure di stabilizzazione costituiscono una deroga al principio costituzionale dell’accesso mediante concorso al pubblico impiego e, pertanto, una iniziativa in tal senso richiederebbe un mirato intervento legislativo per reperire la necessaria copertura finanziaria e fissare i requisiti per l’immissione in servizio, tenendo conto della necessità di contemperare le esigenze operative con quelle degli aspiranti alla stabilizzazione.
Già la legge finanziaria 2007 aveva previsto una procedura a carattere eccezionale, che ha permesso nel corso degli ultimi dieci anni l’immissione di oltre 3700 vigili volontari nei ruoli dei vigili del fuoco permanenti.
La relativa graduatoria, da ultimo prorogata fino al 31 dicembre 2016, è andata esaurita per effetto dell’assunzione di tutti gli idonei.
Più di recente, con il decreto legislativo n. 97/2017 di riordino del Corpo nazionale, attuativo della cosiddetta «Legge Madia», e in linea con la risoluzione n. 8-00217 dell’Onorevole Fiano, approvata in questa Commissione il 18 gennaio scorso, è stato previsto che gli elenchi nei quali vengono iscritti i volontari siano distinti in due tipologie, rispettivamente: per le necessità dei distaccamenti volontari del Corpo nazionale e per le necessità delle strutture centrali e periferiche del Corpo nazionale stesso.
Lo stesso decreto legislativo ha, inoltre, elevato dal 25 al 35 per cento la riserva di posti prevista nel concorso pubblico per l’assunzione nella qualifica di vigile del fuoco, in favore del personale volontario che, alla data di scadenza del bando di concorso, sia iscritto negli appositi elenchi da almeno tre anni e abbia effettuato non meno di centoventi giorni di servizio.
Del pari, sono state assunte iniziative per l’introduzione di riserve di posti, in favore dei volontari, nella misura del 10 per cento, in tutti gli altri concorsi di accesso nei ruoli del Corpo.
Per quanto riguarda l’accesso al ruolo degli assistenti e operatori – che avviene mediante selezione tra i cittadini italiani inseriti nell’elenco presente presso i centri per l’impiego – con il predetto provvedimento normativo è stata attribuita la precedenza in favore dei volontari del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che, alla data della selezione, sia iscritto negli appositi elenchi da almeno tre anni e abbia effettuato non meno di centoventi giorni di servizio.
Infine, riguardo all’impegno contenuto nella citata risoluzione dell’Onorevole Fiano circa la possibile trasformazione del rapporto di servizio dei volontari «discontinui» in rapporto di impiego con l’Amministrazione, si ricorda che in sede di esame dello schema di decreto legislativo di riordino del Corpo nazionale, il Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva espresso parere negativo per la mancanza di copertura finanziaria. Per tale ragione è stata introdotta una diversa previsione normativa in base alla quale per il solo personale appartenente all’elenco dei volontari cosiddetti «discontinui», è contemplata la possibilità di eventuali assunzioni in deroga, con conseguente trasformazione del rapporto di servizio in rapporto di impiego.