Nella seduta di questa mattina la Camera ha approvato il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2017, n. 25, recante disposizioni urgenti per l’abrogazione delle disposizioni in materia di lavoro accessorio nonché per la modifica delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti.
I voucher o buoni lavoro sono stati istituiti per lavoro occasionali, per periodi e importi limitati.
Anche se qualcuno ha abusato dello strumento, ritengo dannosa un’eliminazione senza alternative esistenti. Piuttosto serviva agire per regolamentarne l’uso.
Per questo questo motivo abbiamo proposto una semplificazione ed un maggior controllo sull’utilizzo dei buoni lavoro.
Semplificazione attraverso procedure telematiche di emissione del buono avvalendosi del sistema SPID, sistema pubblico di identità pubblica, anche per il pagamento delle prestazioni. I dati raccolti devono essere messi a disposizione delle forze dell’ordine e dell’ispettorato del lavoro. Solo così si potrà agire in modo più efficace dal punto di vista del controllo.
Abbiamo anche chiesto di aumentare il taglio minimo dei buoni da 10 a 12 euro per contemplare un maggiore apporto in termini contributivi da parte del lavoratore!
A chi ci dice che esistono forme di lavoro che possono essere applicate in alternativa facciamo presente che la forma contrattuale del lavoro a chiamata, per rispondere all’esempio fatto in aula da una collega PD, non può trovare applicazione in tutte le casistiche in cui venivano utilizzati i voucher. La disciplina prevista dal Jobs Act per il lavoro a chiamata è applicabile solo a fasce di età limitate, nello specifico o agli over 55 o a giovani con meno di 25 anni!
Non si può sostenere che con questa tipologia contrattuale si ottemperi al vuoto normativo che si crea con l’abrogazione dei voucher!
E’ allo stesso tempo impensabile sostenere che con l’abolizione dei voucher aumentino i contratti a tempo indeterminato, o anche contratti brevi! Quello che accadrà invece sarà un aumento considerevole del lavoro nero!
Dalle ultime statistiche risulta che il 77 % degli utilizzatori dei voucher sono soggetti detentori di un altro reddito, o pensionati o studenti. Il restante 23% risultano essere persone senza reddito. Per questi ultimi la situazione sarà sicuramente più critica! Che fine faranno queste occasioni di lavoro?
L’abolizione dei buoni lavoro ha messo in difficoltà le famiglie, che non hanno più un mezzo di pronto utilizzo per pagare aiuti domestici piuttosto che ore di ripetizione per i propri figli. Per evitare di favorire il lavoro nero dovrebbero procedere con contratti troppo onerosi! Saranno toccati coloro che lavorano nell’agricoltura per la raccolta stagionale, ad esempio per la vendemmia. Come riportato dal collega Catalano “La Coldiretti ha denunciato che sono circa 50.000 gli studenti che lavorano occasionalmente nei campi e che, ora, non potranno più svolgere questa attività. Sono quei lavoratori per i quali, oggi, si elimina l’unico strumento che consentiva loro di avere accesso a delle garanzie”!
Tutte queste mansioni, con l’abolizione dei voucher, cadranno nel sommerso!
All’interno del dibattito sulla conversione in legge del decreto n. 25 del 17 marzo 2017,che ha abrogato i buoni lavori, oggetto di ampia discussione è stato anche un mio emendamento, volto a tutelare le mamma lavoratrici.
Ho chiesto infatti, come già precedentemente fatto in sede di interrogazione parlamentare, di disporre una deroga per i buoni lavoro previsti per la custodia dei bambini, istituiti per la prima volta nel 2012 e prorogati dalla legge di stabilità 2017 fino al 2018!
Con questo emendamento si chiedeva un intervento immediato che tutelasse le neomamme!
Non è infatti ammissibile doversi riferire a comunicati stampa dell’Inps per vedere riconosciuto questo diritto! Sarebbe opportuno un intervento chiarificatore del legislatore!
Attendiamo ora il nuovo provvedimento che il Governo ha annunciato, sul quale lavoreremo con proposte alternative già in lavorazione.
MM.